Giuseppe Compagnoni lanciò l'idea della bandiera disposta a fasce verticali, che fu poi adottata dalla Repubblica Cispadana il 7 gennaio 1797, e confermò i tre colori.
Essendo il Compagnoni un uomo di grande cultura, ha trovato forse l'ispirazione nei versi dei Canto XXIX del Purgatorio dantesco (vv, 121 126) laddove le virtù teologali sono rappresentate da tre donne, vestite rispettivamente di Verde (Speranza), di Bianco (Fede) e di Rosso (Carità).
Poeti, artisti, musicisti e letterati hanno scritto e cantato del Tricolore, ma solo nel periodo dei Risorgimento il nostro vessillo ha saputo rappresentare il desiderio della libertà; ecco perciò un'altra interpretazione dei tre colori: Verde, Giustizia, Libertà, Indipendenza ed Uguaglianza; Bianco, Purezza dell'amor di Patria; Rosso, Sacrificio di innumerevoli Soldati e Patrioti che si sono immolati per la Patria.
Non abbiate mai paura di pronunciare la parola Patria! Sta a voi conservarla, migliorarla, difenderla per consegnarla a chi verrà dopo di noi.
La bandiera simboleggia, in sintesi, il nostro passato, il nostro presente, l'impegno ideale per il nostro futuro; è il simbolo dell'unità d'Italia; è l'emblema che abbraccia in un simbolico patto di continuità noi con quanti hanno restituito all'Italia terre soggette al potere straniero, sacrificandosi per questa Patria, onorandola, potenziandola e difendendola col prezzo anche del proprio sangue e, addirittura, della propria vita!; abbraccio con quanti hanno creduto, credono e crederanno; abbraccio tra coloro che non hanno "issato bandiera bianca" e vogliono che il tricolore continui a sventolare come emblema di libertà, di civiltà, di unità, di dignità, di onore e forza, soprattutto morale!
Rappresenta non il "paese" come si usa dire: rappresenta la Patria! Patria è concetto sacro! Giovani, siate orgogliosi della vostra bandiera che i vostri padri, i vostri antenati hanno amato e difeso combattendo per la Patria e che, in cielo, in terra ed in mare ha incusso rispetto e reverenza da parte degli amici e dei nemici.
Siate fieri di esporre il nostro tricolore SEMPRE!


IL PRIMO TRICOLORE


Uno Stato e un popolo hanno sempre un vessillo come supremo simbolo patriottico. La nostra bandiera "nasce" dalla Repubblica Cisaipina a tre colori orizzontali che, nel 1798, vengono disposti verticalmente come oggi.
Sulla sua "nascita" ci sono versioni diverse.
Un patriota, sorretto da fede e da entusiasmo, sostiene che la bandiera tricolore sia nata a Bologna nel 1794 ad opera di Luigi Zamboni, una versione questa che non trova molto credito presso gli storici e non è sorretta da valida documentazione.
Nel 1796 Napoleone, venuto in Italia, è portatore con i suoi soldati delle idee nuove della Rivoluzione Francese, e permette ai volontari italiani che militavano al suo comando, l'adozione di una bandiera che presentava i colori rosso, bianco e blu, ovvero del tutto simile ai colori francesi. In base al simbolismo delle logge massoniche, diretta emanazione del giacobinismo francese, il verde rappresentava la natura e l'ambiente, ovvero l'acquisizione dei diritti civili (primi fra tutti quello dell'uguaglianza e della libertà); con questa motivazione il blu venne sostituito dal verde. Questa nuova bandiera viene riconosciuta ufficialmente nell'ottobre 1796, quando, sul campo, Bonaparte ne approva l'adozione per le sue truppe, inquadrate nelle legioni lombarde dei volontari italiani.
Nel novembre 1796 nasce la Repubblica Cispadana, sulla volontà di agire in comune delle città di Ferrara, Bologna, Modena e Reggio Emilia: per la prima volta, da secoli, gli italiani riescono a superare le beghe locali e campanilistiche. Nel dicembre 1796 a Reggio Emilia viene convocato un nuovo congresso con circa un centinaio di deputati. Questi sono per lo più aristocratici e borghesi, gente con un buon grado di istruzione tale da comprendere le necessità comuni.
Nel corso dei lavori del congresso viene proposta l'unione con i lombardi, che già si erano costituiti in regime repubblicano. È un ulteriore segno di volontà di unione e di superamento delle divisioni. In questa circostanza viene adottata la bandiera tricolore, simbolo secondo i deputati di Reggio, di democrazia, indipendenza ed unità. In particolare il verde è definito il colore nazionale italiano per eccellenza, sinonimo di speranza, unione, desiderio di un sempre migliore avvenire per la Patria nostra.
La bandiera della Repubblica Cispadana è approvata il 7 Gennaio 1797 dal congresso di Reggio Emilia.
Per tradizione e consuetudine questa bandiera è considerata la prima bandiera italiana. Essa è rettangolare, con in alto il rosso, al centro il bianco e, in basso, il verde. Al centro, fra corone di alloro, c'è una panoplia con le lettere "R", a sinistra e "C" a destra: le iniziali di Repubblica Cispadana.
Per i più, essa rappresenta il superamento dell'egoismo, del limite del villaggio, del municipio, della città natìa, e significa essere aperti agli altri, a confrontarsi con gli altri, perseguendo un obiettivo comune.
Per coloro che l'hanno adottata, a Reggio Emilia la bandiera della Cispadana significa un programma unitario, integrale, per la costituzione della futura Italia.
E su questa scia non poteva non assurgere ad un modello definitivo, che ancora oggi è in uso. Infatti la bandiera approvata a Reggio Emilia rimane in vigore fino al maggio 1798, quando con legge 11 maggio 1798, e adotta la bandiera ancora oggi in vigore. Tale bandiera resta in vigore sino al 1802, quando viene proclamata la Repubblica Italiana, nella quale la Cisalpina confluisce.
I colori sono sempre il verde, il bianco e il rosso, anche se si corre il rischio di perdere il verde per opera del Melzi, vicepresidente della Repubblica, che non vuole mantenere questo colore, che, a suo avviso, sta ad indicare idee rivoluzionarie e liberali. Ma il Melzi non riesce nel suo intento e la nostra bandiera supera la prima delle tante prove che nel tempo è chiamata ad affrontare.
E proprio nella sua "nascita" e nella prima sua evoluzione si colgono nella bandiera i profili salienti della nostra Italia che si incammina ad essere Stato; una Patria non viene mai donata; la si conquista, ieri come oggi, giomo dopo gíomo. E la bandiera è l'essenza di questo assioma, tanto semplice quando difficilissimo da vivere e da praticare.
Caduta la stella di Napoleone, gli ideali di libertà soffocati dalle repressioni, germogliano nelle società segrete ed i colori della mazziniana Giovine Italia sono ancora il verde, bianco e il rosso.
Il tricolore sventola nei moti dei 1821 in Piemonte e nel Regno delle due Sicilie dei 1831, a Modena (Ciro Menotti), nei falliti tentativi insurrezionali dei fratelli Bandiera (1844) e di Pisacane (1857).
Famosi i versi dei Berchet che, in quel travagliato periodo, cantava: il verde la speme tant'anni pasciuta; il bianco la fede fraterna d'amor, il rosso la gioia d'avella compiuta.
Alla mezzanotte dei 23 marzo 1848, mentre il popolo si accalcava sotto la Reggia per plaudire alla ormai nota decisione di andare in aiuto dei milanesi e dei veneziani insorti, Carlo Alberto si presenta al balcone, assieme ai suoi figli, agitando una fascia tricolore. La stessa notte adotta la nuova bandiera "per viemmeglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell'unione italiana".
Quel tricolore, non rinnegato neanche nei tristi momenti della sconfitta di Custoza (1848) e della fatal Novara (1849) o nell'ancor più triste periodo del 1943/45, rimarrà la bandiera italiana sino ai nostri giorni.


IL TRICOLORE DELLA CISALPINA


I tre colori VERDE, BIANCO e ROSSO, adottati dalla Repubblica Cispadana, guidano le forze democratiche che agli ordini di Napoleone cercano di dar vita ad entità statali non più dipendenti da sovrani. A seguito della firma della pace di Campoformio (17 ottobre 1797) la Repubblica Cisalpina, con capitale Milano, comprende l'antica Lombardia, il Mantovano, il Bergamasco, il Bresciano, parte dei Veronese, l'ex Ducato di Modena e Reggio Emilia, le tre Legazioni di Bologna, Ferrara e Romagna, l'ex Ducato di Massa e la Valtellina.
Il Gran Consiglio della Cisalpina, duramente impegnata contro le forze austriache, il 22 fiorile anno VI (11 maggio 1798) adotta la bandiera tricolore di tre bande verticali eguali: "la prossima all'asta, VERDE, la successiva BIANCA, la terza ROSSA.


IL TRICOLORE DEL RISORGIMENTO


Il 23 marzo 1848, Carlo Alberto re di Sardegna e Piemonte, decide di varcare il Ticino per la prima guerra d'indipendenza. Egli rinuncia alla tradizionale bandiera sabauda, che aveva appena confermata all'articolo 77 dello Statuto concesso ai suoi sudditi pochi giorni prima, il 4 marzo 1848.
Ai popoli dei Lombardo Veneto, che si propone di liberare, indirizza lo storico proclama: "Per viemmeglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell'unione italiana, vogliamo che le nostre truppe, entrando sul territorio della Lombardia e della Venezia, portino lo scudo di Savoia sovrapposto alla Bandiera tricolore italiana".
Il vessillo tricolore con lo stemma sabaudo, frettolosamente disegnato in quei giorni, resterà in vigore salvo poche modifiche marginali fino alla proclamazione della Repubblica Italiana, nel giugno 1946.


IL TRICOLORE DELLA REPUBBLICA ITALIANA


Il 19 giugno 1946 viene decretato il Tricolore dell'attuale Repubblica dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi con i poteri di Capo Provvisorio dello Stato; Guardasigilli Palmiro Togliatti. Nel testo della vigente Costituzione Italiana, promulgata il 27 dicembre 1947 dal Capo Provvisorio della Repubblica Enrico De Nicola, controfirmata dal Presidente dell'Assemblea Costituente Umberto Terracini e dal Presidente dei Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi, l'art. 12 stabilisce che la bandiera della Repubblica è il Tricolore italiano: "verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni".
Le bandiere dello Stato e delle Forze Armate hanno delle misure determinate, esse sono:
1ª grandezza: larghezza m. 5,50 lunghezza m. 8,25
2ª grandezza: larghezza m. 4,00 lunghezza m. 6,00
3ª grandezza: larghezza m. 2 50 lunghezza m. 3,75
4ª grandezza: larghezza m. 1:50 lunghezza m. 2,25
5ª grandezza: larghezza m. 1,00 lunghezza m. 1,50
Bandiera delle Forze Armate istituita con D.L. n. 1252 in data 25.10.1947. Essa è di forma quadrata come tutti gli Stendardi dei reparti militari. Fu approvata dall'Assemblea Costituente il giorno 24 marzo 1947 ed è tutt'ora stabilita dall'art. 12 della Costituzione.